Avevamo invocato la rivoluzione, e rivoluzione sarà. Nonostante rimaniamo fermi nel considerare questa rosa con molte crepe, e riconoscendo la scarsa incisività di Sarri su cui in realtà pendono difetti nuovi per la Juve, siamo felici (e curiosi) di vedere all’opera Pirlo.
Programmato fra qualche anno, Andrea Agnelli ha anticipato tutto e tutti. I colloqui che lo hanno spinto a promuoverlo in Under 23 si sono fatti più fitti e il Presidente ha deciso, come fu per Conte, di rischiare con Pirlo.
Nessuna esperienza in panchina, nemmeno come vice o come manager, ma Allegri ha sempre intimato di fare attenzione ai tanti teorici del calcio che in fondo è semplice.
E noi ci stiamo affidando a chi ha reso cose difficili molto semplici, in campo. A chi qualche idea l’ha espressa negli ultimi 18 mesi di studi e che ora la deve applicare in campo.
Volevamo la rivoluzione, e questa è una rivoluzione. Forse anche rischiosa, molto, ma non siamo forse in un’epoca in cui conviene più rischiare che provare soluzioni poco entusiasmanti?
Quali erano d’altronde le alternative? Allegri bis, o qualche ripiego tipo Simone Inzaghi o, peggio, Spalletti o, peggio ancora, Mancini.
Più che il calciomercato siamo in realtà preoccupati dallo staff. Negli ultimi anni questa squadra ha corso male, non poco, ma certamente male. Mancando di foga, di brillantezza, soprattutto nei momenti topici della stagione. Servirebbe il primo staff di Lippi, per esempio.
Poi certamente il calciomercato, dove servono diverse pedine di rinforzo, più una panchina finalmente all’altezza. Citiamo infatti gli accantonamenti di Emre Can e Mandzukic per poi giocarsi tutto con Olivieri, Under 23. Anche mai più.
E allora, abbiamo invocato la rivoluzione, e rivoluzione sia.