Il Malmoe è il Malmoe, ok, ma la Juventus ultimamente non sembrava la Juventus. Quindi c’è da festeggiare, e tanto, questa vittoria alla prima di Champions.
Perché tutte le vittorie vanno festeggiate – forse ce ne siamo dimenticati in questi ultimi 10 anni gloriosi – e perché le vittorie aiutano… a vincere.
Col rientro dei titolari, è ovviamente un’altra musica. Non perfetta, con qualche stonatura, ma l’impressione è che Allegria stia sperimentando. E come ha detto lo stesso Max “questi ragazzi nemmeno si conoscevano prima di scendere in campo, serve tempo”. Torto non ha.
In ogni caso si intravede qualcosa, o semplicemente possiamo immaginarlo.
Locatelli in mezzo dà maggiore ordine di quanto Bentancur non possa dare. Geometrie semplici, passaggi puliti e qualche buona apertura.
Cuadrado è imprescindibile, mentre questa nuova versione di Alex Sandro potrebbe restituirgli stimoli nuovi. Difesa a 3 durante il possesso e l’attacco, con il brasiliano che sulla sinistra può alzarsi a piacere e attaccare l’area. Nasce così il gol, e sono nate altre due occasioni importanti non capitalizzate. Ma movimenti e idee sembrano corrette.
Anche perché su quella fascia, libero da compiti di impostazione, può scorazzare Rabiot. Fisico imponente, tecnica interessante, forse è l’unico (dopo Chiesa) a poter garantire gli strappi necessari per il cambio ritmo e la conquista dei metri verso la porta avversaria. Allegri dovrà lavorarci, ma è già chiaro che il tecnico livornese scommette su Adrien e la sua crescita, pungendolo positivamente nel post partita con la frase “nemmeno Rabiot sa quanta potenzialità ha”.
In avanti serve tempo. Morata piace ad Allegri per la capacità di far salire la squadra e allungarla gettandosi negli spazi, mentre Kean può essere una carta più che valida per fare il vero 9. Anche ieri sera due importanti occasioni, e la sensazione che sia comunque pericoloso in area, vicino a dove il pallone passa.
In tutto ciò le chiavi di ogni azione passano e devono passare da Dybala che predilige il lato destro del campo dove trova un ottimo compagno in Cuadrado lasciando così spazio alle incursioni di Bentancur. Sono sempre più convinto che debba stare più vicino alla porta dove ha il potenziale di segnare gol importanti e in numero elevato, senza sprecare troppe energie tornando a metà campo. Ma l’istinto lo porta lì.
Da chiedersi, al rientro di Arthur, come potrebbe essere ridisegnato il centrocampo. Se Locatelli potrebbe agire serenamente da mezz’ala, insieme a Rabiot, l’avanzamento di Alex Sandro a sinistra e Cuadrado a destra, con la difesa a 3, ridurrebbe a soli due attaccanti il potenziale offensivo. Troppo poco se hai Dybala, Morata, Chiesa, Kean e Kulusevski. Forse più semplice a una linea a 4 difensiva, con Arthur in mezzo, insieme a due fra Rabiot-Locatelli-Bentancur e 3 attaccanti in campo. O uno schema più offensivo con un 3-4-3 dove gli esterni di centrocampo dovranno però garantire copertura in fase di non possesso.
Domenica c’è il Milan. Rientra Chiesa. E questa da sola è una grande notizia.