Volendo cominciare con una battuta, si potrebbe dire che nel primo tempo ha giocato la Juve di Sarri, invece nel secondo tempo è scesa in campo la Juve di Allegri.
La realtà è che si son viste cose molto buone nella prima frazione, almeno fin quando la condizione fisica ha retto.
La prima osservazione da fare è in realtà quella che ha visto l’11 iniziale praticamente fondato sulla vecchia guardia. Il mercato è stato completamente escluso, così come i cambi non hanno portato beneficio.
La seconda osservazione da fare è che Dybala è clamorosamente sul mercato. Non credo a un ritardo di condizione, e non è nemmeno spiegabile l’ingresso di Bernardeschi al posto di Higuain. Massima fiducia in Agnelli, Paratici e Nedved, anche se qualche perplessità la conserviamo. Legittimamente.
Cosa si è visto allora di diverso?
- Pressione molto alta per recuperare il pallone nella metà campo avversaria, più vicino possibile alla porta;
- distanze più corti nel trio offensivo, con maggiori scambi e CR7 più vicino e dietro a Higuain per sfruttarne i movimenti;
- meno cross, più passaggi corti e a frequenza rapida;
- molti giocatori nella metà campo avversaria.
Questo fino a quando la condizione ha retto. Poi sono tornati vivi i vecchi difetti dell’ultima Juve di Allegri, quasi stanca di giocare, poco propositiva e arrendevole.
E i cambi non hanno aiutato. Il Rabiot di inizio campionato sembrava svanito, quasi intimorito dall’esordio. Bernardeschi non ha inciso. Cuadrado l’unio che si è salvato.
Su tutti, CR7 a parte nonostante l’imprecisione, il recupero fondamentale di Douglas Costa. Negli ultimi 30 metri il brasiliano appare già imprescindibile per la capacità di cambiare ritmo e inventare la giocata.
Buona la prima. O quasi.
P.S.
Difficile non pensare male quando viene analizzato il bulbo in fuorigioco di CR7 e non viene riconosciuta la simulazione Dries Mertens.