Dopo la ladrata bella e buona contro la Fiorentina, i mezzi di informazione e molti opinionisti si erano affrettati a buttare acqua sul fuoco per spegnere polemiche (corrette) in ottica arbitraggio.
Ma il Karma non si batte.
Fu Koulibaly a dare un minimo di speranza al Napoli di Sarri. È stato Koulibaly a infierire in modo feroce contro i napoletani allo stesso maledetto ultimo minuto, nello stesso stadio e nella stessa porta.
Chi di 4-3 ferisce, di 4-3 perisce.
La lettura del match è semplice, e non concordo con la maggior parte dei racconti.
La Juve dei primi 62 minuti di gioco è semplicemente fantastica. Pur mancando di un po’ di qualità a centrocampo dove Matuidi esiste solo per coprire il non lavoro difensivo di CR7.
Tocchi, copertura del campo, aggressione dopo la perdita del possesso, verticalizzazioni e finalmente l’uso sapiente delle fasce dove un ritrovato Alex Sandro fa il paio con uno splendido Douglas Costa.
Il 3-0 stava stretto, figuriamoci il 3-3 in quel modo. Cioè quando misteriosamente la Juve post-ora-di-gioco decide di scomparire dal campo preferendo una insensata tattica attendista figlia dell’ultimo anno.
È solo mentale il problema, perché non credo al calo fisico. Tanto è vero che la reazione c’e stata nel finale. Solo mentale, quando probabilmente il “non prenderle” prevaleva sul “chiuderla”.
Encomio per Higuain. Avevamo ampiamente detto che un Pipita in condizione mentale e fisica accettabili è comunque superiore alla media dei bmober in circolazione. Tanto più che in mezzo Gonzalo sa far tutto: sponda, gioco sporco, sportellate e tocchi importanti. Oltre il gol, ovviamente.
Di più. Sembrava dall’esterno palese, ma lui stesso poi ha certificato la volontà ferrea di giocarsi le proprie chance per una “società e una squadra che amo”. Bentornato.
Ora la sfida più intrigante: alternare con gusto e saggezza gente come CR7, Douglas Costa, Higuain e Dybala. E restano fuori Cuadrado e Bernardeschi.
Buon lavoro Sarri.