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Dopo Inter-Juventus: ancora qualquadra non cosa

Ancora non qualcosa non quadra. Nonostante la vittoria, dove il merito di Buffon e il salvataggio miracoloso di Demiral sono perfino più decisivi degli errori dell’Inter. Per carità, nulla di allarmante visto che anche la sconfitta in campionato è principalmente frutto della nostra svogliatezza e dei nostri clamorosi errori.

In generale però, i motivi di sofferenza durante il match sono stati numerosi. Alcuni anche ingiustificati.

Fra le poche cose corrette dette dai telecronisti RAI vi è la perplessità nell’iniziare la manovra sempre dal basso, attirando gli attaccanti perfino dentro l’area di rigore. Si può fare, ma devi avere 6 Pirlo in campo, cioè quei giocatori che davvero non perdono mai la testa e il pallone. Bentancur invece ne ha persi diversi e sanguinosi di palloni, e solo i miracoli ci hanno salvato. Analogo discorso per Rabiot.

E questo porta alla soluzione finale, unica che abbiamo: senza Arthur, nessuno in questa squadra ha veramente la padronanza del possesso palla. Nemmeno Bonucci per cui salviamo solo qualche lancio. Qui bisogna intervenire, visto che McKennie è molto più utile come incursore che come centrocampista basso di manovra.

E onestamente il problema è solo qui, e nelle corsie esterne dove a oggi solo Cuadrado fa la differenza. Alex Sandro è solo il lontanissimo parente di un terzino come ci servirebbe, mentre Frabotta non ha ancora i gradi per primeggiare in quella fascia. Poi il nulla. E anche qui bisognerebbe intervenire, finalmente.

Per il resto, si chiude un mese di gennaio più che positivo, dove abbiamo appunto un unico neo: la sconfitta in campionato con i nerazzurri.

Ora 10 partite ancora più importanti dove la Juve è chiamata a confermarsi. Ma, c’è un ma.

Pirlo in questo gennaio sembra aver trovato, nelle difficoltà, un minimo di identità. E poche importanti certezze:

  1. Arthur è l’unico centrocampista dai piedi buoni in grado di fare un possesso “sicuro”. Attorno a lui spesso però c’è il vuoto di movimenti, e certamente il brasiliano pecca nella verticalizzazione. Ma con lui in campo la Juve gira meglio;
  2. McKennie è il jolly a cui non si può rinunciare, unico centrocampista a buttarsi negli spazi creando varianti d’attacco in più che non abbiamo nemmeno con Ramsey (a proposito: che senso ha il gallese se può giocare solo spezzoni di partita una tantum?);
  3. Kulusevski molto meglio come seconda punta, anche se ogni tanto si pesta i piedi con CR7 e finisce per concludere poco verso la porta;
  4. Chiesa miglior acquisto della stagione, ma forse meglio nei 3 d’attacco (vedi prestazioni e gol di gennaio) che come centrocampista;
  5. resta da capire la difesa, dove l’ultimo recupero di Chiellini sembra prezioso in termini di cattiveria e marcatura (e ieri sera son mancati proprio cattiveria e marcatura).

Ora, come la storia della Juve ha insegnato, occorre trovare un 11 titolare (io ce l’ho in testa, non so Pirlo) e insistere il più possibile cambiando poco, e certamente non rivoluzionando. In una Juve dove non esiste più il blocco italiano, occorre recuperare e praticare un’identità smarrita ormai da 2 anni.

Buon lavoro, Maestro.

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