Passi avanti dal punto di vista delle motivazioni e del sudore e anche tattici, ma un’occasione sprecata. Il pareggio col Milan rischia comunque di rappresentare uno spartiacque per questa prima parte di stagione. Vediamo perché.
Da tanto tempo non si vedeva un atteggiamento di questo tipo: sul pezzo, sempre, nonostante sia chiaro che mentalmente la squadra è stanca da 10 anni praticamente irripetibili. E il secondo Max Allegri si trova impegnato in un durissimo lavoro psicologico. La tattica quella è e lo stesso Max l’ha spiegato bene in conferenza durante la presentazione di Juve-Milan.
Tutta la squadra è apparsa in grande spolvero, e praticamente solo due errori in tutto il match: una diagonale mal fatta che aveva mandato in porta il Milan nel secondo tempo, e Locatelli che perde la marcatura di Rebic in occasione del pareggio. Detto in altro modo: veniamo puniti oltre misura, al di là dei nostri demeriti. Detto ancora in altro modo: stiamo pagando dazio a qualche occasione fortunata del passato.
Un fantastico Alex Sandro fermato solo con le brutte, e nemmeno tutte fischiate. Positivo Morata che continua a segnare e fare un lavoro mostruoso, anche se gli manca un partner vicino con cui organizzare le azioni d’attacco, visto che Dybala spazia a tutto campo tranne negli ultimi 20 metri dove sarebbe più utile e pericoloso.
Finalmente in mezzo si vede ordine, giocata a un tocco pratica e utilissima e buon filtro. Si vede insomma l’innesto di Locatelli a cui però Bentancur contrappone un’ingiustificata sufficienza nella gestione di alcuni palloni che gronderebbero sangue se non fosse per la retrovia bianconera. Non sarebbe il caso di provare Rabiot accanto a Locatelli? In attesa di Arthur, ovviamente.
Il 4-4-1-1 schierato non aiuta la fascia destra dove non abbiamo sfondato come al solito. Merito del Milan, ma anche del fatto che l’interscambio con Dybala non ha funzionato e Danilo è rimasto quasi sempre in copertura.
Il problema semmai si pone nei cambi. Tutti i cambi non hanno portato beneficio, anzi. Il solo Kean ha impattato bene, mentre Houston stiamo perdendo l’efficacia di Chiesa che non può stare in panchina e a cui Max Allegri deve trovare una validissima soluzione. Ma rinunciare a colui che spacca le partite non è accettabile.
Come un’altra pedina a cui trovare un ruolo e una dignità in campo è Kulusevski: ha cambiato talmente tante posizioni fra Pirlo e Allegri che il suo biografo sarà costretto a copiare il Kamasutra.
L’idea è che siamo corti nei titolari.
2 punti in 4 partite. Adesso arrivano Spazia, Sampdoria e Torino prima della Roma. Serve mettere benzina nella nostra classifica, senza se e senza ma. Perché le partite sono 38 in totale, ma 4 le abbiamo letteralmente buttate nel cesso.