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Dal campo

Juventus – Verona 2 – 1: “Minghia, le montagne russe”

Disse Higuain alla fine di Juventus-Napoli “Minghia, le montagne russe”. E vale anche dopo questa prima serie di partite, anche se martedì si riparte da Brescia.

Disse Higuain alla fine di Juventus-Napoli “Minghia, le montagne russe”. E vale anche dopo questa prima serie di partite, anche se martedì si riparte da Brescia.

Alle prestazioni positive negli spezzoni di Napoli e Atletico Madrid fanno da contraltare gli orrori di Fiorentina e Verona, dove il cantiere è certamente aperto, ma anche scricchiolante.

Niente di tragicamente preoccupante, ma si fa fatica a interpretarne i segnali.

Solo questione di tempo per mettere in pratica le idee di Sarri? Un po’ di pancia piena, visto che molto dipende da scarsa concentrazione e ferocia, anzi molta leggerezza e giocate superficiali? Di cosa si tratta?

L’analisi dei singoli non può dare risposte concrete. Per esempio è piaciuto Dybala: ha cucito il gioco, ha battagliato contro gli interventi crudi dei difensori, ha offerto qualche saggio di dribbling finissimo, ma ha anche giocato troppo lontano dalla porta. Matuidi si è preso la maglia da titolare a furia di corsa, fatica, dedizione e prestazioni convincenti. Bonucci si sta dimostrando leader vero, e pedina preziosa in campo. Cuadrado è imprescindibile. Ma poi…

Su Bentancur c’è stata l’investitura ufficiale di Sarri, ma il ragazzo deve svegliarsi e capire che quel ruolo è fatto di lotta e di governo: sulla lotta ci siamo, sul governo ancora no. Acerbo da regista, più a suo agio da interno o mezz’ala. Impari in fretta.

Demiral ha sentito il peso della maglia: irruenza, anche troppa. Serve maggiore calma in quel ruolo, tenendo comunque altissima la tensione agonistica. Ma quel rigore grida vendetta per la stupidità dell’intervento.

Malaccio Danilo. Un po’ di errori in fase di uscita che non ti aspetti da piedi brasiliani, e qualche avversario scappato di troppo. Forse più bravo ad attaccare che a difendere, abbiamo ceduto Cancelo per questo difetto… sostituendolo con un altro difetto? La cosa allarmante è che il nome alternativo è De Sciglio, poi si passa a jolly temporanei di difesi come Cuadrado o Emre Can.

Fra il centrocampo e l’attacco non corre buon sangue. La transizioni sono talvolta macchinose e lente, così come latitano spesso alcune verticalizzazioni che in realtà sarebbero letali con gente come Cuadrado (vedi il rigore procurato) e CR7. La palla viene spesso fatta girare in orizzontale e lentamente, mentre le migliori azioni nascono guarda caso da cambi di gioco veloci a trovare l’esterno opposto libero di stoppare e attaccare lo spazio avanti.

Fortunatamente si è intravisto molto di buono nella capacità di inserimento di uno come Ramsey. Come Khedira, il nuovo arrivato attacca lo spazio verso la porta avversaria anticipando il movimento alla palla e rendendosi pericoloso. Nella povertà di azioni contro il Verona, spicca il suo gol (fortunoso), ma anche una palla-gol non trasformata su un tracciante in area. Un’arma in più per Sarri.

Resta l’orrore della difesa su palla ferma, e alcune clamorose scopertura. Ieri Buffon ha limitato i danni, e i pali dello Stadium sono stati nostri amici. Lo schema a zona non sta pagando, anzi, adesso è anche sintomo di debolezza perché è estesa la sensazione di costante pericoloso a ogni calcio d’angolo o punizione defilata subita. Una debolezza che non possiamo permetterci.

Ultimo appunto: bisognerebbe ridare le punizioni a Pjanic per onestà intellettuale e numeri. Followers a parte, non si possono sprecare un così alto numero di punizioni la cui percentuale di realizzazione è per noi drasticamente diminuita dall’avvento di CR7.

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