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Il punto sul mercato

La confusione non è da temere

Ci sono numerosi tifosi che licenzierebbero immediatamente Agnelli, Paratici e Nedved. Sono gli stessi che sanno benissimo come si sistemano i bilanci, come si imbastiscono trattative, come si cede, come si chiacchiera con i procuratori. Chiaramente sempre dietro la comoda tastiera di uno smartphone.

La realtà è che la confusione non è da temere. Piuttosto sembra una conseguenza di politiche che non abbiamo mai approvato.

Tali politiche riguardano continui rinnovi infra-anno a decuplicare stipendi, emolumenti, premi. Un colpo di tacco riuscito in un Juventus-Sassuolo fa scattare il rinnovo. Purtroppo, tre 5 di fila in pagella non fanno scattare alcuna penalità o retrocessione di contratto. Mai capito. Visto che siamo nell’era del professionismo.

E allora la confusione non è da temere, se si comincia a imparare dagli errori senza ripeterli.

Per la prima volta dopo tanti anni, la Juve sembra in difficoltà. Conti da far quadrare in rispetto delle regole (non per tutti, a quanto sembra) del Fair Play Finanziario, e conti comunque da far quadrare visto che siamo azienda.

Piuttosto la difficoltà è intrinseca. Quando guadagni 6 milioni di Euro l’anno, perché mai dovresti rinunciare per accettare la Turchia o qualche succursale tedesca?

Così bisogna trovare non già un semplice acquirente per i famigerati “esuberi da tagliare” (cit. Sarri), ma l’acquirente. Capace di pareggiare o aumentare lo stipendio, garantendo competitività e la stessa professionalità di casa Juve. Mettici pure che sembra davvero difficile oggi lasciare la Juve, ecco che siamo in balìa di una rosa da smaltire, ma poche soluzioni di vendita.

E continuo a rimpiangere i tempi in cui erano le società a comandare, non i ragazzi o l’ammasso di studi legali che ne curano gli interessi. Rimpiango anche quando Moggi doveva cedere un giocatore, e lo cedeva. Alle sue condizioni. Lo cedeva comunque. Il ragazzo acconsentiva soltanto. E doveva farlo.

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