Come se il problema fosse il risultato in sé.
La pagliuzza, e non la trave.
Il problema reale che ha mandato in bestia i tifosi è stato l’atteggiamento. La mancanza di rabbia agonistica, la totale assenza di attaccamento alla maglia. Visibile dopo l’errore di Alex Sandro che ha avuto lo stesso piglio di chi fa l’errore a calcetto il giovedì sera fra amici.
Questa squadra mostra due facce, ma sta continuando a mostrare la stessa faccia negativa quando conta per davvero.
Per la serie “60 minuti di calcio mondiale”, ma la vittoria e i 3 punti se li sono presi gli avversari, non noi. Rischio che non possiamo permetterci visto che “vincere è l’unica cosa che conta”.
Finale di Coppa Italia, finale di Supercoppa Italiana, e un ottavo di finale abbordabile in bilico col Lione. Questo racconta fin qui l’almanacco.
Tolti pochi, molti non sembrano né meritare né lottare. E vedere Sarri agitarsi in quella maniera fa venire il sospetto che il problema risieda proprio nel carattere e in un svuotamento di una rosa o superficiale o sazia. In entrambi i casi, inaccettabile.
Questo Danilo fa impallidire non solo per la qualità pessima mostrata in campo, ma anche per la quantità di denaro sperperata. Alex Sandro non è nemmeno il lontano parente di quello del primo anno. Rugani ha esaurito i bonus. Pjanic non incide. Bernardeschi lontano perfino da un più utile Giaccherini. E Higuain fin troppo sensibile, ma con 7,5 milioni di emolumenti all’anno che non gli procurano tensione o imbarazzo.
Questa sconfitta è molto diversa da quella con la Fiorentina, visto che molti hanno deciso di accostare le due partite. Quello fu l’unico episodio negativo della stagione da 102 punti (per cui Conte sacrificò in modo clamoroso l’Europe League). Questo rischia di tramutarsi in un autogol ridicolo in una corsa dove solo la Juve può far rientrare le pretendenti da dietro.
90 minuti di fuoco contro Atalanta ci dirà chi siamo.